È un piacere inaugurare questa piccola rubrica con un titolo atteso da tempo: La notte del Pratello torna infatti in libreria dopo anni di fuori catalogo.
Esilio ingiustificabile sia per la qualità del romanzo che per il percorso dell'autore Emidio Clementi, sempre più noto nelle vesti di scrittore che come leader dei Massimo Volume, vero mostro sacro del rock italiano.
La notte del Pratello è il suo terzo romanzo, racconto di una eccezionale esperienza di esistenza alternativa in Italia: l'occupazione in via del Pratello dei primi '90, sullo sfondo di una Bologna poco più che provinciale.
Il romanzo – divertentissimo e tragico insieme – segue le gesta del narratore Mimì e dell'amico Leo, attore, trasformista e matto da legare, impiegati come svuota cantine dal mefistofelico Zaccardi. Una serie di avventure picaresce, i cui protagonisti saranno familiari agli ascoltatori dei Massimo Volume, tratteggiano un'Italia altra, misera ma vivacissima, oggi dimenticata. Un'Italia sbagliata, avrebbe detto De Andrè, un'Italia che Dalla, per restare dalle parti della musica, ha amato totalmente.
Un libro da divorare e rileggere, consigliato per il ritmo e la forza di una prosa felice di offrirci i suoi bellissimi ricordi .
Per scoprire di più e ordinare il libro.
Esilio ingiustificabile sia per la qualità del romanzo che per il percorso dell'autore Emidio Clementi, sempre più noto nelle vesti di scrittore che come leader dei Massimo Volume, vero mostro sacro del rock italiano.
La notte del Pratello è il suo terzo romanzo, racconto di una eccezionale esperienza di esistenza alternativa in Italia: l'occupazione in via del Pratello dei primi '90, sullo sfondo di una Bologna poco più che provinciale.
Il romanzo – divertentissimo e tragico insieme – segue le gesta del narratore Mimì e dell'amico Leo, attore, trasformista e matto da legare, impiegati come svuota cantine dal mefistofelico Zaccardi. Una serie di avventure picaresce, i cui protagonisti saranno familiari agli ascoltatori dei Massimo Volume, tratteggiano un'Italia altra, misera ma vivacissima, oggi dimenticata. Un'Italia sbagliata, avrebbe detto De Andrè, un'Italia che Dalla, per restare dalle parti della musica, ha amato totalmente.
Un libro da divorare e rileggere, consigliato per il ritmo e la forza di una prosa felice di offrirci i suoi bellissimi ricordi .
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